Cos'e' il colore e come mai i nostri occhi riescono a percepirlo e a identificarlo?

La luce e', da un punto di vista fisico, una fonte di energia che si propaga per onde elettromagnetiche: ogni oggetto, colpito da queste onde elettromagnetiche e' in grado di assobirne una parte e respingerne un'altra. Queste onde elettromagnetiche, caratterizzate da una loro "lunghezza", descrivono una sequenza di colori (il cerchio cromatico) nella quale sono disposti tutti i colori che il nostro occhio e' in grado di percepire; a seconda delle zone d'onda riflesse dall'oggetto che osserviamo noi lo percepiamo grigio, giallo, verde etc ovviamente con tutte le possibili sfumature e gradazioni possibili. Chi realizza questa complessa attivita' e' ovviamente il nostro occhio che recepisce gli elementi cromatici dall'esterno, li trasmette attraverso il sistema nervoso al cervello il quale a sua volta li rielabora e li rende sensibili e percepibili dal nostro senso della vista (ovviamente tutto questo avviene in qualche millesimo di secondo!).

Il colore e' l'essenza della nostra percezione visiva del mondo che ci circonda.

Esso non e' soltanto un elemento di identificazione e valutazione cromatica della realta' fisica attorno a noi (la natura, gli uomini, gli oggetti) ma anche un forte elemento di condizionamento del nostro stato emotivo. Basta, ad esempio, pensare a come varia il nostro umore se ci troviamo circondati dai colori di una bella giornata primaverile o se siamo immersi in una grigia giornata invernale. La prima considerazione da fare e' pensare al buio ed alla notte: in queste condizioni noi non vediamo nulla o, meglio, vediamo solo "nero": percepiamo cioe' l'assenza di colore. Ecco allora che ci rendiamo conto come la prima condizione perche' qualunque elemento esterno a noi venga percepito nel suo colore e' che l'elemento stesso sia colpito dalla luce.

Il labirinto dei colori e la loro codifica.

Quando parliamo di colori normalmente utilizziamo convenzioni verbali molto sintetiche facendo quasi sempre riferimento ai colori primari o secondari: parliamo quindi di "un giallo" di "un verde", di "un rosso"; ma quando abbiamo bisogno di esprimere la nostra descrizione del colore con maggiore precisione, ricorriamo ad artifici verbali come, ad esempio, "grigio-topo", "bianco-ghiaccio", "verde oliva", "rosa salmone" ed altri simili. Ora questo artificio e' certamente utile per comunicare meglio a chi ascolta la nostra descrizione di colore ma nella realta' introduciamo una descrizione empirica sulla quale chi parla e chi ascolta ha una percezione simile ma quasi certamente diversa. Ecco quindi la necessita', per chi opera quotidianamente sul colore e sulla sua comunicazione (produttori e applicatori di vernici, industria della grafica e della stampa, industria dell'arredamento, architetti, progettisti, etc) di comunicare, anche a distanza, descrivendo il colore con un codice di riferimento noto e diffuso. In pratica diversi istituti internazionali hanno codificato con codici numerici o alfa-numerici una serie di colori raccolti e visualizzati poi in collezioni standard. I sistemi di riferimento piu' noti sono: RAL, NCS e Pantone.


FINESTRA ANTA-RIBALTA

Chiamata anche con il termine tedesco "dreh kipp", anche se meno diffuso, l'anta-ribalta e' un sistema di chiusura che permette all'anta di rimanere aperta nella parte superiore ed ancorata al telaio in quella inferiore. In questo modo si consente all'aria di entrare e riciclare gli ambienti senza l'ingombro dell'anta all'interno delle camere, anche in caso di pioggia, e mantenendo un buon livello di sicurezza. La finestra anta-ribalta e' un tipo di serramento che si presta ad essere impiegato in numerosi locali poiche' la doppia possibilita' di apertura lo rende molto versatile, proteggendo le finestre da "sbattute" dovute al vento e mantenendo sempre la possibilita' di affacciarsi utilizzando la modalita' di apertura tradizionale
Anta Ribalta